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lunedì 1 marzo 2010

Scienze della comunicazione...destinata a scomparire?

I dati parlano chiaro, negli ultimi 4 anni le iscrizioni al primo anno della facoltà di scienze della comunicazione si sono quasi dimezzate. Si è passati da 1338 iscritti all'anno accademico 2006/2007 a 833 nell'anno accademico 2009/2010.

http://www.uniroma1.it/infostat/default.php

Dati impressionanti se si considerano i quasi 20000 iscritti del 2001 nelle facoltà italiane.
Quali le cause di tale tendenza?
Alcuni sostengono che la motivazione principale sia il mancato inserimento nel mondo del lavoro. In effetti, nel 2004, i tassi di disoccupazione ad un anno dall'ottenimento del titolo sfioravano il 50%.
Scienze della comunicazione, fin dall'inizio, si è presentata come il corso di laurea maggiormente "professionalizzato" del panorama universitario italiano, andando in contro al fabbisogno comunicativo di aziende e imprese.
Prometteva una delle più elevate percentuali di placement in Italia ma oggi, purtroppo, le promesse sembrano essere state disattese, viene vista con diffidenza dal mondo del lavoro e della comunicazione professionale e l'immagine che ne danno i media è quella di una "forgia di disoccupati".
Una delle critiche più aspre riguarda il percorso formativo ritenuto troppo lineare al punto da permettere a tutti gli studenti di raggiungere il traguardo della laurea senza troppa fatica e senza troppi ostacoli.
"Abbiamo bisogno di ingegneri, abbiamo bisogno di tecnici importanti. Una sola preghiera: non vi iscrivete a scienze della comunicazione, non fate questo tragico errore, che paghereste per il resto della vita!”. Sono queste le parole del presentatore tv Bruno Vespa.


Parole dure che hanno gettato nel dubbio tantissimi giovani, non solo quelli che stanno vagliando l'ipotesi di tale percorso ma anche quelli che lo hanno già intrapreso e, prossimi alla laurea, iniziano a temere un futuro pieno di incertezze professionali.
A queste parole risponde il Prof. Emanuele Invernizzi, docente di Comunicazione d'impresa presso la Libera università di lingue e comunicazione di Milano (IULM). Questa è l'intervista che ridona speranza, il docente infatti afferma l'instabilità di questo corso di laurea ma afferma anche la grande richiesta, da parte del mercato, di questa figura professionale tanto criticata.


Chi ha ragione? Difficile stabilirlo, di sicuro saranno i dati sul placement dei prossimi anni a dimostrare se veramente la facoltà di Scienze della Comunicazione aveva solo bisogno di assestarsi o se le paure odierne sono fondate.

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